A Bali, ogni gesto ha un significato profondo. Anche il più piccolo passo — letteralmente — è carico di spiritualità.
Secondo la tradizione induista balinese, i neonati non sono ancora completamente “di questo mondo” nei primi mesi dopo la nascita.
Si crede infatti che siano ancora connessi al mondo spirituale da cui provengono, e per questo motivo, per i primi 105 giorni di vita, i loro piedini non devono mai toccare il suolo.
Questo periodo è considerato sacro: serve a proteggere il bambino dalle impurità del mondo terreno e a custodirne la purezza spirituale.
Nyabutan: la cerimonia del primo contatto con la Terra
Al 105° giorno, viene celebrata una cerimonia chiamata Nyabutan (nota anche come Telu Bulanan), che segna il primo vero ingresso del neonato nel mondo fisico.
Durante questa cerimonia, la famiglia si riunisce, si fanno offerte agli dei, si recitano preghiere e un sacerdote locale benedice il bambino.
È in questo momento che, per la prima volta, il piccolo viene posato sulla terra, come segno di benvenuto nella dimensione terrena.
È una tradizione delicata e potente, che riflette il legame profondo tra l’uomo, la natura e lo spirito — uno dei tanti motivi per cui Bali continua a incantare chi cerca qualcosa di più.
Un’isola dove la spiritualità è vita
Questa cerimonia è solo uno dei tanti esempi di come, a Bali, la spiritualità non sia qualcosa di separato dalla vita quotidiana, ma piuttosto un filo invisibile che tiene insieme tutto: la nascita, la morte, il cibo, la famiglia, la casa.
Per chi ha scelto di vivere o investire in quest’isola, queste tradizioni sono un invito continuo a rallentare, ascoltare e connettersi con qualcosa di più profondo.
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